Di Patù prima di tutto mi ha colpito il nome così speciale e allora ci  andiamo. È poco lontana da S.Maria di Leuca, quella punta estrema dell’Italia che si slancia verso il mare aperto.
Patù è come tanti paesi del Salento una distesa di casettine basse, con i tetti piatti a terrazza, con  intonaci bianchissimi, inframmezzate da olivi e aranci. Ma appena fuori dal paese due monumenti millenari ci ricordano  che anche qui così lontano la storia e l’arte hanno lasciato i loro segni.

Chiesa di San GiovanniUno di fronte all’altra un sepolcro e una chiesa la cui origine ci porta direttamente alla battaglia  finale fra cristiani guidati da Carlo il Calvo  e i saraceni il 24 giugno dell’877  in uno scontro nei pressi di Patù, nella piana ancora oggi nota come Campo re.
La chiesa é dedicata a S.Giovanni Battistaproprio a ricordo della battaglia che é avvenuta nel giorno del Santo ma forse ce ne era già una – più piccola e antica di qualche secolo – e prima ancora forse….
L’edificio nella sua struttura architettonica rispecchia lo stile romanico-bizantino.

L’interno è a tre navate divise da pilastri, con il tetto a spioventi. (Non l’ho vista all’interno ma mi sarebbe piaciuto: posto una foto dal web…)

ChiesaSul frontone troneggia una bifora, mentre sull’abside vi è un grande rosone. Questo monumento é stato edificato tra il X e l’XI secolo con lastroni provenienti dalle rovine dell’antica città di Vereto. Ha un aspetto molto semplice, volumi netti, cilindri, cerchi, rettangoli… sulla facciata senza ombre un arco, una bifora e una monoforetta strettissima. Decorazioni zero.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAEppure mi é parsa bella, armoniosa anche per il caldo colore della sua pietra, ancora più dolce vista al tramonto. L’abside poi é straordinaria per il nitore della sua muratura e l’eleganza geometrica dei suoi volumi: un’abside semicircolare profonda, una copertura semiconica, e un grande rosone: nessun aggetto, niente che possa modulare la superficie nitidissima con magari un’ ombra…

P1010033_2Ho cercato e trovato sul web questa foto dell’abside ripresa in pieno sole per evidenziare proprio  questa caratteristica così poco “romanica” almeno come siamo abituati a vederlo noi. Qui le superfici sono campi su cui la luce scorre quasi senza ostacoli.

chiesa-san-giovanni-patu-2Dall’altra parte del sagrato lastricato, di fronte alla facciata un altro monumento suggestivo e originale, ma di tutt’altro stampo: una tomba composta da enormi pietre che ricordano i megaliti paleolitici: qui tutto é peso, macigno, rozzezza, forza ed é il “Centupetre”, Cento pietre, é il suo nome

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“Databile al IX secolo, venne edificato come mausoleo sepolcrale del cavaliere Geminiano, messaggero di pace trucidato dai saraceni subito prima della battaglia finale tra cristiani e islamici del 24 giugno 877.”

 

 

La struttura, di forma rettangolare, è costruita con 100 blocchi di roccia calcarea provenienti dalla città messapica di Vereto. Un sepolcro che ha avuto poi un’altra vita come testimoniano i diversi strati sovrapposti di affreschi a soggetto sacro risalenti al XIV secolo. In particolare sono raffigurati tredici Santi di origine orientale, eretti e frontali, secondo uno schema di ispirazione basiliana.
E il nome così originale?
“Si presume che il nome derivi dal termine greco pathos (patimento – sofferenza), in quanto ricorderebbe le sofferenze della città di Vereto (Veretum), dalla cui distruzione ad opera dei saraceni deriva la nascita del paese. Secondo altre ipotesi, essendo un granaio dove i veretini riponevano le vettovaglie, ebbe il nome del custode: Verduro Pato. Poi, per influenza della dominazione francese, Pato divenne Patù.”

P1010032_2Lasciamo Patù che si sta facendo sera; un’ ultima occhiata dietro al muro che fiancheggia la chiesa. Cubi, parallelepipedi, un cielo azzurro e il “solito” arancio carico di frutti. Il Salento modesto, quotidiano, semplice che preferisco.

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